Tipo di lobulo e rischio di successivo tumore del seno


I lobuli nel tessuto mammario normale possono essere classificati in base al loro grado di sviluppo, che può influenzare la loro suscettibilità alla carcinogenesi, tuttavia esistono pochi studi epidemiologici che abbiano affrontato questo problema.

I Ricercatori della Brigham and Women's Hospital e Harvard Medical School di Boston ( Stati Uniti ) hanno esaminato l’associazione tra il tipo di lobulo e il rischio di successivo tumore del seno in uno studio caso-controllo nested sulla malattia mammaria benigna e il tumore del seno all’interno del Nurses' Health Studies ( 200 casi, 915 controlli ).

I campioni di biopsie del seno, benigne, sono stati esaminati da patologi, e le unità lobulari sono state classificate come senza lobuli di tipo 1, con tipi di lobuli misti o con predominanti lobuli di tipo 1, e assenza di lobuli di tipo 3.

La regressione logistica è stata utilizzata per calcolare l’odds ratio ( OR ) per l’associazione tra tipo di lobulo e rischio di tumore alla mammella.

Le donne con predominanza di lobuli di tipo 1 e senza lobuli di tipo 3 ( 54 casi, 321 controlli ) hanno mostrato una diminuzione del rischio di carcinoma mammario, rispetto a quelle senza lobuli di tipo 1 o con tipi di lobuli misti ( OR=0.63 ), nonostante un’attenuazione dopo aggiustamento per categoria istologica della malattia mammaria benigna ( OR=0.71 ).

L’avere predominanza di lobuli di tipo 1 e assenza di lobuli di tipo 3 è una condizione risultata associata a una riduzione dl rischio simile per tutte le categorie di malattia mammaria benigna ( non-proliferativa: OR=0.73; proliferativa senza atipia: OR=0.80 e iperplasia atipica: OR=0.61 ).

In conclusione, questi risultati forniscono indicazioni preliminari sulla possibilità che il tipo di lobulo rappresenti un importante marcatore del rischio di cancro alla mammella nelle donne con malattia mammaria benigna. ( Xagena2009 )

Baer HJ et al, Cancer 2009;115: 1404-1411


Gyne2009 Onco2009


Indietro

Altri articoli


L'ossigenoterapia iperbarica ( HBOT ) è proposta come trattamento per gli effetti tossici locali tardivi dopo l'irradiazione del seno. Mancano,...


Lo studio randomizzato di fase III OlympiA ha confrontato 1 anno di Olaparib ( Lynparza ) o placebo come terapia...


L'impiego di Paclitaxel per via endovenosa ( IVpac ) è associato a neuropatia e richiede una premedicazione per prevenire reazioni...


Il completamento con successo della chemioterapia è fondamentale per migliorare gli esiti del carcinoma mammario. L’intensità della dose relativa ( RDI...



La patogenesi della dermatite acuta da radiazioni ( ARD ) non è completamente compresa. I batteri cutanei proinfiammatori possono contribuire...



La terapia protonica è in valutazione nel tumore al seno come strategia per ridurre l’esposizione alle radiazioni al cuore e...


Le donne sopravvissute al linfoma di Hodgkin ( HL ) trattate con radioterapia del torace hanno un rischio fortemente aumentato...